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Il gelato artigianale vista mare. Cosa sarebbe un viaggio in Sicilia senza il gelato? La Sicilia, centro di scambi e incontri tra culture, ha giocato un ruolo chiave nella storia del gelato. A rendere eccellente il gelato siciliano è l’abilità artigianale che si tramanda di generazione in generazione che si sposa con l’uso di prodotti di altissima qualità. Inoltre solo in Sicilia il gelato diventa un vero e proprio pasto, servito nella tradizionale “brioscia”! E se il migliore gelato artigianale è anche vista mare...cosa si può chiedere di più?

Il Chiosco dei f.lli Sardina, dal 1955, Aspra (PA), Piazza C. Colombo n. 2

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What would a trip to Sicily be without icecream? Sicily, center of trade and melting pot of different cultures, has always played a key role in the history of icecream. What makes Sicilian icecream excellent, is the artisanal expertise, handed down generation to generation, which matches the high quality product. Moreover, only in Sicily icecream is a real lunch, served in the traditional “brioche” (the so called icecream-sandwich)! Artisanal icecream and picturesque seaview... what else?



LE ORIGINI

Nella piazza di Aspra c’è un antico chiosco, aperto un tempo da due coniugi, Nino e Titina Sardina. Lui aveva trascorso la sua adolescenza e parte della giovinezza nelle cave di Aspra, un lavoro duro, estenuante, scandito dall’alba al tramonto dal ritmo dei rantoli che accompagnavano i colpi del piccone. La sua schiena, sottoposta a quell’immane fatica, un giorno non resse più, costringendolo a letto per un lungo periodo. Nino era un uomo impulsivo, non si rassegnava facilmente alle costrizioni della sorte, faceva leva sempre sulle sue forze, sulle sue capacità; si sentiva tradito, oltraggiato, rifiutava di accettare gli eventi non programmati. Si dannava in quello stato, nella paura di non poter più tornare abile. Titina, innamorata com’era, pativa con lui, riuscendo con dolcezza a condurlo alla ragione, a quietarlo. L’attenzione, la cura dedicata, fortificavano la sua volontà. Sapeva che Nino non avrebbe più potuto estrarre la pietra, ma avevano avuto già il primo bambino, dovevano pur garantirgli il quotidiano. Un’idea cominciò a vagheggiare nella sua mente e prese forma e compiutezza. Escogitò, da persona intraprendente, un mezzo semplice ed efficace per percepire guadagni immediati. Tramite un conoscente, Titina apprese come preparare le caramelle e cominciò da sola a confezionarle. Intuì quali potessero essere i punti strategici dove poterle vendere e nelle ore di punta, inviò il figlio davanti alle scuole elementari, mentre nei giorni festivi, alle porte dell’unica sala cinematografica di Aspra, cine Trieste, dopo il turno pomeridiano e serale della proiezione. Da lì a poco, Titina si preparò all’altra fase che avrebbe preteso più impegno, ma che avrebbe garantito alla famiglia finalmente una maggiore sicurezza economica: preparazione e commercio del gelato. Ogni giorno si recava in un noto vecchio bar di Bagheria e apprendeva le varie fasi di produzione. Imparava presto, trasmettendo al contempo coraggio a Nino: insieme avrebbero intrapreso la nuova attività. Finalmente, un fatidico giorno, aprirono il loro piccolo locale in uno degli angoli più belli di Aspra, prossimi al mare. Titina era una donna pronta al sorrisoaffabilegioviale; trovava sempre un modo per contagiare la sua allegria sia alla gente incontrata per strada sia a quella che accorreva al bar. A carnevale, era solita travestirsi in maschera; una volta, con la cognata Maria la levatrice, andò a prendere Mummineddu Vitale, gli procuravano cuffietta e ciuccio e, prendendolo a turno tra le braccia, sfilarono per le strade di Aspra come una briosa brigata tra le risate della gente, uscita nel frattempo di casa ad acclamare. Purtroppo, era ancora giovane e ancora traboccante di vita quando si ammalò, e fu senza speranza. Colonna portante di quel piccolo tempio edificato, lasciava in eredità ai figli il valore sacro da sempre attribuito alla volontà, alla determinazione e al coraggio.


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